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  • 14 Maggio 2019

L’arca di Carta – Salone del Libro OFF 2019

Si è svolta, durante i giorni del Salone del Libro 2019, la mostra “L’Arca di Carta” evento facente parte del Salone OFF. Nella mostra sono stati esposti diversi libri di pregio che, in copertina o nelle loro pagine, hanno figure di animali. Sono animali che “vivono” tutto l’anno in biblioteche private della precollina e che desiderano uscire per mostrarsi in pubblico in occasione del Salone del Libro 2019. Vogliamo mostrarvi alcuni dei momenti dell’inaugurazione attraverso il reportage della fotografa Sara Brezzo che ringraziamo, e teniamo anche a ringraziare Giulia Avataneo che scrive sulla mostra:

“Alcune scoperte che si possono fare a L’arca di Carta, da SMNO Architetti in via Gassino 20 a Torino questo fine settimana:

– Cesare Pavese traduce Moby Dick dall’inglese a 24 anni. Impiega poi due anni per trovare un editore disposto a pubblicarlo. Ma questo, come spiega Natalia Ginzburg in Lessico famigliare, è un fatto per lui secondario, perché “Pavese l’aveva tradotto per suo puro piacere; e l’avevano sì pagato, ma l’avrebbe fatto anche per niente, anzi avrebbe pagato lui stesso per poterlo tradurre”. 

– Giovanni Arpino era un appassionato di scarabei, falene e coleotteri almeno quanto lo era delle sue Langhe e del calcio. Accompagnato dalle acqueforti di Sergio Saroni tirate sui torchi di Giorgio Upiglio e carta fabbricata a mano, ha scritto un Insectarium, che in 85 schede racconta altrettanti esemplari di microfauna. Perché, sosteneva, tra gli uomini e gli animali si possono cogliere “sotterranei e segreti rapporti”.

– Bruno Munari nel 1955 si presenta dal suo editore, Bompiani, con il progetto di un libro in cui si vede – non si racconta a parole, si vede – la storia di un gatto che va a spasso nella notte nera delle pagine. 
Bellissimo – gli rispondono – Divertente! Proprio originale, ma…dov’è il testo? Questo non è un libro. Glielo stampa invece l’amico tipografo milanese Giuseppe Muggiani, in pochi esemplari, utilizzando carte particolari e cercate a lungo. 

– “E’ uno struzzo, quello di Einaudi, che non ha mai messo la testa sotto la sabbia”, diceva Norberto Bobbio a proposito del marchio dell’editore. E’ stato ereditato dalla rivista La Cultura, chiusa dai fascisti nel ’35, ma l’origine del logo risale a prima del 1574. Quello del Tascabili di oggi è un disegno che Picasso regala a Giulio Einaudi nel ’51, quando l’editore gli rende visita nella sua residenza di Antibes.

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L’Arca di Carta è perfetta per tutti gli innamorati dei libri – intesi proprio come oggetto fisico – e degli animali. Sorprende e commuove scoprire quanti grandi autori del passato si sono rivolti all’universo animale per raccontare, paragonare, o anche mettersi al riparo dalle avventure umane che descrivevano sulle loro pagine. E’ una mostra deliziosa, di libri usciti dalle biblioteche private della collina torinese esposti in un allestimento elegante e curato.”

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